… è facile avvelenare un’amica
“Non mi sento troppo bene” mi dice pallida come un cencio poco dopo il caffè. Non mi chiede dov’è il bagno perché già lo sa: ci va. In cucina con l’altra ci scambiamo uno sguardo preoccupato: ma vuoi che abbia preso un colpo di freddo, per un pranzo tra smart workers in giardino? Ad Aprile? Dopo qualche lunghissimo minuto, ritorna più pallida di prima e senza aver prodotto rumori eloquenti: sostiene che a casa, tra una riunione e un the caldo le passerà tutto. Con poca convinzione la assecondiamo e torniamo ognuna al suo lavoro.
Certo, quel pasto che voleva essere un omaggio alla “dieta antinfiammatoria” non è andato benissimo: una è andata a casa sperando di riuscire a vomitare, l’altra ha continuato a sostenere di mangiare sempre poco e in modo salutare, aggiungendo: “Ah, stasera vado alla cena dei 40 formaggi francesi, ma le materie prime sono naturali”. Io avrei fatto meglio ad andare in palestra o a fare qualunque altra cosa, piuttosto che avvelenare un’amica a pranzo.
C’era poi un’insalata di carote e una di ceci: mica avevo cucinato il pesce palla o funghi di dubbia provenienza, cosa può non aver digerito? Lo scopro a fine giornata, quando con un whatsapp mi sconsiglia di consumare i ceci avanzati. La mia vittima culinaria, dopo aver passato l’intero pomeriggio tra letto e tazza del bagno, tra una ricerca su internet e una chiamata al centro veleni, mi informa che i ceci poco cotti contengono la “fasina“, una sostanza che se non ben cotta diventa tossica causando crampi, dissenteria, vomito. Effettivamente erano ancora un po’ duretti… Lei per ora ha solo crampi, ma da 6 ore ormai: il centro veleni l’ha informata che non esiste l’antidoto, deve solo bere acqua e aspettare.
E aspettiamo.
IL cece che uccide
Ho avvelenato un’amica. Confido il dramma alla mia dolce metà: “Per come cucini tu, prima o poi doveva capitare“. Sostiene che io non sappia dedicarmi a una sola cosa per volta e probabilmente ha ragione. Mentre cucinavo i ceci, stavo forse tagliando il prato. E il tempo di tagliare ogni singolo filo d’erba del prato con le forbicine per le unghie potrebbe comunque non essere sufficiente per cuocere i dannati ceci.
Non scriverò quanto tempo occorre per cuocerli, non voglio fare falsa informazione. Su internet si trovano i tempi più disparati, sui libri i più sensati. I saggi ti dicono di comprarli già lessati. La nutrizionista suggerisce di comprarli cotti e per ripicca cuocerli ancora. Ecchecazzo: se decido di prepare i ceci, mi tocca prendere ferie?
infiammata, ma viva!
Il mattino dopo, un messaggio di rinascita :”Sto meglio, niente crampi!”. Il giorno dopo la foto di una abbondante pastasciutta al sugo con lo slogan “Infiammata, ma viva!”.
chissà se mia mamma…
No, mia madre non lo sapeva. No, le amiche non lo sapevano. E anche i libri che ho in casa non sono chiarissimi in merito. Ora lo so. E soprattutto lo sa la mia amica.
Randagia, che di amiche già ne ha poche, se ancora le fa fuori…